Alessandro Gheradesca (Pisa 1777-1852) fu un importante architetto a cavallo tra lo storicismo classicista e il romanticismo. Assunse numerose cariche pubbliche tra le quali, a Pisa, quella di insegnante nell’Accademia delle Belle Arti nel 1827 e di architetto dell’Opera della Primaziale. Nella piazza del Duomo realizzò il catino marmoreo che figura ancora oggi come basamento della Torre pendente e demolì alcuni edifici che si trovavano nella piazza per estendere maggiormente l’area verde e dare l’attuale immagine degli edifici marmorei che si stagliano sul tappeto erboso. In memoria del contributo di Alessandro Gherardesca alla piazza, fu posto nel 1853 un monumento all’interno del Camposanto che lì si affaccia.

Le pubblicazioni di Alessandro Gherardesca si occupano della pendenza del Campanile, della mobilità dei terreni, delle nozioni geometriche applicabili all’agrimensura, di fortificazioni militari, di sistemazioni urbanistiche della Piazza S. Caterina e di quella del Duomo di Pisa. Nella veste di docente all’accademia di Belle Arti redasse tra il 1837 e il 1852 l’Album dell’architetto e dell’ingegnere, del paesista e del pittore, del giardiniere e dell’agricoltore, del meccanico etc. pubblicandolo a fascicoli.

Tra un’anticipazione del 1826 e un’edizione completa del 1838 Gherardesca pubblicò La casa di delizia, il giardino e la fattoria. In questo volume, dotato di un notevole apparato iconografico costituito da 60 tavole, Gherardesca presenta i suoi ideali architettonici: dalla casa di delizia alle case di campagna, dagli edifici agricoli alle architetture dei giardini e al teatro. Riproduce anche alcune delle sue migliori proposte progettuali, insieme ad effettive realizzazioni per committenti toscani.

Nei giardini delle ville Gherardesca propone dei piccoli stabilimenti termali circondati dal bosco, dei ninfei da porre in un punto panoramico per godere di “qualche veduta interessante”, un casino di caccia, un campo di calcio attrezzato con gallerie e sedili per il pubblico, le abitazioni per il giardiniere e delle vere e proprie case coloniche per le fattorie adiacenti alla villa, aggiungendo anche delle citazioni architettoniche esotiche come la casa russa o quella svizzera.