Luigi Vanvitelli, Dichiarazione dei disegni del reale palazzo di Caserta alle sacre reali maestà di Carlo re delle due Sicilie…, Napoli, Regia stamperia, 1756.
Il parco della Reggia di Caserta costituisce parte integrante del progetto presentato dall’architetto Luigi Vanvitelli ai sovrani con questo volume. I giardini della reggia contemperano la tradizione italiana con quella delle grandi residenze europee.
Il parco si articola in tre parti: la prima è destinata al parterre, prato con viali rettilinei che arrivano al lago della Peschiera, la seconda zona è caratterizzata da fontane con giochi d’acqua, culminanti in quella di Diana e Atteone. La terza parte è il Giardino inglese, ispirato ai modelli romantici del tempo, con la presenza di ruderi immersi nella vegetazione apparentemente “naturale”, ma in realtà molto curata.
Incisori
- Carlo Nolli (1724-1770 ca.)
- Filippo Morghen (1730-1807)
- Niccolò Orazi (XVIII sec.)
- Rocco Pozzi (XVIII sec.)
Il parco della reggia di Caserta costituisce parte integrante del progetto presentato dall’architetto Luigi Vanvitelli (1700– 1773) ai sovrani con questo volume. I giardini della reggia contemperano la tradizione italiana con quella delle grandi residenze europee del tempo, ispirandosi tra l’altro all’operato di André Le Nôtre a Versailles.
La piantumazione iniziò nel 1753, contemporaneamente alla costruzione dell'Acquedotto Carolino per alimentare le fontane dei giardini reali. Il giardino attuale è solo in parte la realizzazione delle idee di Luigi Vanvitelli. I lavori furono completati dal figlio Carlo (1740-1821) che semplificò il progetto paterno.
Il parco della reggia, sviluppato su 120 ettari di terreni, si articola in tre parti: la prima, vicino al Palazzo, è destinata al cosiddetto parterre, prato con viali rettilinei, e comprende il vecchio bosco preesistente nel quale sorge la Castelluccia, una fortezza in miniatura presso il quale il giovane Ferdinando IV si esercitava in finte battaglie terrestri. I viali arrivano alla Peschiera, grande lago artificiale per la naumachia con isolotto al centro, che secondo le intenzioni di Vanvitelli doveva essere impreziosito da un tempietto circolare non realizzato.
La seconda parte del parco è caratterizzata da varie fontane con numerosi giochi d’acqua originati da magnifici gruppi scultorei, culminanti nella fontana di Diana e Atteone sovrastata da una grande cascata.
La terza parte è quella del Giardino inglese, voluto dalla regina Maria Carolina su ispirazione dell’amico Sir William Hamilton e affidato al botanico tedesco, ma operante in Inghilterra, Johannn Andreas Graefer. Il giardino all’inglese offre una serie di luoghi suggestivi con profondi richiami ai modelli romantici del tempo, con la presenza di ruderi dell’antichità immersi nella vegetazione apparentemente “naturale”, ma in realtà molto curata. Per il suo ricco patrimonio di specie erbacee, arbustive ed arboree, questa ultima parte del parco nel 1830 fu denominata Real Orto Botanico di Caserta, assumendo anche la funzione di vivaio di piante esotiche.
Libro conservato presso: Polo 5 – Biblioteca di Ingegneria, Collocazione Rari - ANTICHI 39
Bibliografia
- De Seta C., Il Real palazzo di Caserta, Napoli, Guida, 1991
- De Seta C. (a cura di), Luigi Vanvitelli, Napoli, Electa Napoli, 1998
- De Seta C. (a cura di), Luigi Vanvitelli e la sua cerchia, Napoli, Electa Napoli, 2000
- Spinosa N. (a cura di), Alla corte di Vanvitelli: i Borbone e le arti alla Reggia di Caserta, Milano, Electa, 2009