La Biblioteca di Italianistica e romanistica ha sede in Palazzo Matteucci, uno degli edifici più rappresentativi per la storia della ricerca scientifica dell'Ateneo pisano, edificato tra il 1841 e il 1844 per volontà di Carlo Matteucci, maestro di Antonio Pacinotti, che ottenne dal Granduca Leopoldo II i mezzi necessari per la costruzione di un "nuovo teatro di Fisica". In tale edificio si realizzò così un moderno laboratorio che, accanto alla didattica, doveva consentire lo svolgimento di ricerche sperimentali avanzate sulle più importanti teorie che animavano il dibattito scientifico dell'epoca.
Inaugurata nel 2012, la Biblioteca di Lingue e letterature moderne 1, poi Biblioteca di Lingue e letterature romanze, è stata ricompresa nel Polo bibliotecario 6, assumendo il nome di Biblioteca di Italianistica e romanistica. Essa raccoglie un patrimonio composto da circa 150.000 volumi e dispone di 140 posti lettura interni, ma anche esterni, in un grande cortile con alberi e panchine, uno spazio verde utilizzabile per lo studio all'aperto, i momenti di riposo individuale e le iniziative culturali promosse dalla biblioteca.
Il cospicuo patrimonio bibliografico è formato dalle collezioni proveniente dalle precedenti sedi delle Biblioteche dei Dipartimenti di Lingue e letterature romanze e del Dipartimento di Studi italianistici. Le opere provenienti dalla Filologia romanza della Facoltà di Lettere e Lingue riguardano la filologia italiana, provenzale, francese e portoghese e la storia della lingua e alla dialettologia. Inoltre, allo stesso insieme appartengono numerose collezioni specializzate e riproduzioni di materiali antichi (manoscritti e canzonieri come le Cantigas de Santa Maria), nonché intere annate di periodici acquistate nelle Librerie antiquarie (come il Boletín de la Real Academia de Buenas Letras de Barcelona).
Il materiale librario proveniente dalle due Biblioteche di Studi italianistici (Lettere e Lingue) pertiene a tutti i campi dell'italianistica: la letteratura italiana dalle origini a oggi, la linguistica italiana, la filologia italiana, la filologia medievale e umanistica e la letteratura religiosa, oltre a una sezione di biblioteconomia e una di storia della musica e musicologia. Quest'ultima, in particolare, è composta da numerose partiture, tra cui le edizioni nazionali delle opere di Gioacchino Rossini e di Giuseppe Verdi, opere di critica musicale, libretti d'opera e dischi.
Di notevole rilevanza la presenza di opere antiche, pervenute per acquisto o per donazione: le prime confluite nel Fondo RARI, mentre le altre sono collocate nello specifico fondo del materiale ricevuto in dono.
Per quanto concerne l'ambito ispanistico e ispano-americanistico sono in Biblioteca un consistente numero di volumi, originari dalle sedi di Lettere e Lingue, tra cui collezioni molto importanti come il “Memorial Histórico Español” completo, e la “Colección de Documentos Inéditos de la Historia de España”; l'intera collezione di “Pliegos Sueltos Españoles” in edizioni fac-simile, come anche quelle di numerose antiche edizioni principes; gli “Espirituales Españoles”, il “Corpus Hispanorum”. Molte di queste collane sono importanti anche perché non reperibili per intero in altre biblioteche italiane, come del resto alcune delle maggiori riviste specialistiche, acquistate dal loro primo numero (come il Bulletin Hispanique o Bulletin of Hispanic Studies, Hispanic Review).
Il settore di Francesistica, riunito in una sede unica nel 2005, si caratterizza invece per un nutrito numero di opere che coprono i diversi generi letterari della letteratura francese, oltre a un settore dedicato a quella francofona, con opere in francese di altri paesi (Africa, Belgio, Canada e Svizzera). Di particolare pregio e qualità scientifica l'intera raccolta “Les oeuvres complètes de Voltaire” a cura della Voltaire Foundation.
Segue la sezione di Romeno, prima nella sede storica di Via della Faggiola, che conserva testi di letteratura e grammatiche, oltre a un rilevante numero di libri di narrativa moderna.
Nel settore Lusitanistico, anche esso proveniente dalle sedi di Lettere e da Lingue, si segnalano in aggiunta alle opere di galego e di lingua e letteratura portoghese, le raccolte e romanzi in lingua portoghese d'Africa e del Brasile, con una forte presenza di saggi sul colonialismo e sul dibattito storiografico a esso collegato.
In tutte le sezioni sono presenti numerose riproduzioni di materiali antichi e di microfilm, a disposizione per lo studio e la ricerca.
Iniziando dai manoscritti del Fondo Malagoli, per proseguire con le Cinquecentine (circa 80 titoli) e le Seicentine, la Biblioteca ha fatto opera di divulgazione della propria raccolta con la partecipazione alla banca dati nazionale Edit16, con le pubblicazioni dei cataloghi a stampa (I manoscritti del fondo Malagoli: le cronache di Novellara e il “Chronicon” di Angelo Clareno nel 2010, Le Cinquecentine della Biblioteca di Lingue e letterature moderne 1 nel 2011 e Le Seicentine della Biblioteca di Lingue Letterature moderne 1 nel 2013) e le relative mostre. Di particolare rilievo il progetto del 2013, quando la Biblioteca, aggiudicandosi il contributo della Fondazione Pisa, ha restaurato numerosi volumi del XVI e XVII secolo, esposti poi in mostra.
Foto e catalogo sono scaricabili dal sito I libri antichi della Biblioteca di Lingue e letterature moderne 1.
Numerose sono le donazioni e i lasciti che, nel corso del tempo, hanno arricchito il patrimonio, tra i più rilevanti:
il Fondo Busnelli, appartenuto a Manlio Duilio Busnelli, docente di francese e figura di spicco della cultura toscana, che si caratterizza per volumi italiani, francesi e pregiate opere antiche;
il Fondo Malagoli, comprendente le collezioni di Luigi e Giuseppe Malagoli, dedicate alla poesia italiana delle origini e soprattutto a Dante, oltre a una sezione di volumi ed estratti riguardanti la dialettologia e il vernacolo;
la collezione speciale di Silvio Pellegrini, di notevole valore storico-scientifico, in quanto con i suoi libri e i suoi estratti di filologia spagnola, francese e galego-portoghese, rappresenta un'occasione di studio e di ricerca del patrimonio culturale universitario, dato che in quella biblioteca-studio il filologo Silvio Pellegrini ha trascorso ben trentadue anni, dal 1939 al 1971.
La tradizione delle donazioni librarie da parte di studiosi che hanno utilizzato e amato la biblioteca è sempre viva, tanto che, ad esempio, al termine del Convegno internazionale su José de Almada Negreiros (2015) e alla Mostra che si è svolta proprio in Biblioteca, le nipoti dell'artista hanno donato alcune prime edizioni, rare e preziose, delle opere del nonno. In tempi recenti sono arrivate anche la donazione dell'Associazione Toscana per la ricerca delle fonti Musicali (ATMus), che raccoglie considerevoli testimonianze della cultura musicale toscana (libri e tesi), e quella di Bruno Mazzoni, docente di letteratura romena.