All'interno di questo tema sono raccolte alcune delle preziose testimonianze che hanno celebrato nel tempo le bellezze artistiche di Pisa, in particolare la Piazza del Duomo col suo straordinario complesso monumentale, metafora della parabola umana, in cui la Cattedrale, vivo segno di fede e di preghiera, è simbolicamente al centro col suo campanile, preceduta dal Battistero - luogo della nascita alla fede - e affiancata dall'antico Spedale e dal Camposanto - ulteriori tappe del cammino terreno, il dolore e la morte.
Proprio alla Cattedrale, la più antica delle meraviglie della Piazza, definita “montagna di marmo", è dedicato il volume Theatrum Basilicae Pisanae qui mostrato nella seconda edizione del 1728 (prima edizione del 1705) scritto da Giuseppe Martini, canonico della Primaziale pisana, e accompagnato da splendide incisioni ad opera di rinomati artisti dell'epoca, riguardanti non solo le opere d'arte in essa contenute ma anche la Torre pendente, il Battistero e il Camposanto con i suoi famosi affreschi.
Pisa è anche privilegiata meta di viaggio fin dalla seconda metà del XVI sec. tanto da diventare una tappa quasi obbligata del Grand Tour in voga nel XVIII sec., ”l'età dell'oro” del viaggio in Europa, e soprattutto in Italia, accessibile a una ristretta cerchia di privilegiati colti, che spesso raccontano in parole e disegni le suggestioni e le immagini delle città visitate (a riguardo si veda l'antologia di testi raccolti in Viaggiatori stranieri a Pisa dal ‘500 al ‘900, Pisa, Nistri-Lischi, 2003). L'immagine che inaugura la lunga serie di vedute della città destinate ai turisti del tempo è la Veduta dei quattro rinomati Edifizi della città di Pisa (1787), disegnata da Alessandro Da Morrona e incisa da Ferdinando Fambrini: davanti alla splendida Piazza del Duomo compare una figura di disegnatore che traccia l'immagine dei monumenti, a rievocare la pratica frequente dei viaggiatori del Settecento di fare schizzi dei bei luoghi visitati (si veda La Cattedrale dei viaggiatori, a cura di L. Tomasi Tongiorgi, A. Tosi, Pisa, Pacini, 2014).
È in questo filone di studio del patrimonio artistico e naturale della città di Pisa che si inseriscono gli altri due titoli scelti per questo tema: la monumentale opera di Alessandro Da Morrona Pisa illustrata nelle arti del disegno (3 volumi, 1787-1793; 2. edizione 1812), poi ripubblicata in forma ridotta per fornire una guida più snella e agevole ai viaggiatori, e la successiva opera di Ranieri Grassi, Le fabbriche principali di Pisa ed alcune vedute della stessa città (16 tavole, nel 1829; 2. edizione, con 24 tavole, del 1831), che si presenta come una vera e propria guida visiva per il viaggiatore che può ammirare nelle dettagliate tavole i principali monumenti cittadini.