Pisa illustrata nelle arti del disegno

Alessandro Da Morrona, Pisa illustrata nelle arti del disegno, seconda edizione, Livorno, Giovanni Marenigh, 1812.

L’opera in 3 volumi di Alessandro Da Morrona è considerata il primo testo approfondito e autorevole sulla storia pisana: ampliata e arricchita di nuove tavole, essa fa seguito alla prima edizione stampata a Pisa dal 1787 al 1793. L’interesse per l’arte medievale  -  al Da Morrona si deve la valorizzazione di Giunta Pisano e la scoperta del suo Crocifisso noto come Crocifisso di San Ranierino, oggi nel Museo di San Matteo - e la fedele rappresentazione delle opere più importanti di Pisa fecero la fortuna di quest’opera, che divenne un modello per il genere delle guide storiche pisane, sviluppatosi nel XVIII sec. con la pratica del viaggio e del Grand Tour italiano, di cui Pisa era una tra le mete preferite. 

Illustratori e incisori

  • Benvenuti, Baldassarre (disegnatore)
  • Canacci, Giuseppe (incisore) attivo in Firenze agli inizia dell’Ottocento; collaborò tra l’altro ai rami italiani per Pomona italiana di Giorgio Gallesio (Pisa, 1817-1839)
  • Da Morrona, Alessandro (1741-1821)
  • Fambrini, Ferdinando (incisore) attivo in Lucca dal 1764 al 1780; incise, oltre a numerose vedute e celebri monumenti di Pisa e di Livorno, numerose tavole dell’Encyclopedie di Diderot e d’Alembert per le edizioni di Lucca (1758-1771) e Livorno (1770)
  • Ravenet, Simon Jean François (1737-1821; incisore) trasferitosi da Parigi a Parma, diventò insegnante all’Accademia delle Belle Arti. E’ noto per aver realizzato una serie di incisioni tratte dalle opere del Correggio, commissionate anche dalle corti di Francia, di Spagna e del Regno di Napoli
  • Salvioni, Saverio (1755-1833), dopo essere stato allievo del Tempesti a Pisa, completò le propria formazione culturale a Roma. Lavorò sia a olio che nell’incisione, distinguendosi per il carattere vario e aneddotico del suo lavoro

Alessandro Da Morrona (1741-1821), erudito, collezionista, disegnatore - fu allievo del pittore Giovanni Battista Tempesti (1729-1804) - incisore e grande conoscitore di storia locale, fu una figura eminente dell’ambiente intellettuale pisano dell’epoca. La sua Pisa illustrata nelle arti del disegno è considerata il primo testo erudito, approfondito e autorevole sulla storia dell’arte pisana: la prima edizione, anch’essa presente nel Fondo Bellini Pietri presso la Biblioteca di Storia delle arti, fu pubblicata a Pisa per Francesco Pieraccini in tre volumi, dal 1787 al 1793; la seconda edizione, ampliata, corretta e arricchita di nuove tavole, uscì a Livorno, edita da Giovanni Marenigh nel 1812. Di grande interesse l’apparato iconografico a corredo del testo: infatti l’autore vi inserisce immagini di diversi formati a seconda dei soggetti, per supplire “alla mancanza di ispezione oculare”, con l’intenzione di documentare fedelmente le opere più rappresentative per la città di Pisa, con un’attenzione particolare per la grande arte medievale: si possono così ammirare il venerato dipinto duecentesco della Madonna di Sotto gli Organi, in Cattedrale, il Crocefisso di Campo Santo, trasportato nel 1790 nella Chiesa di San Michele in Borgo, il Crocefisso di Giunta Pisano, noto come Crocefisso di San Ranierino e oggi conservato nel Museo di San Matteo, che fu scoperto dallo stesso Da Morrona nel 1793 nel monastero di Sant’Anna - è suo merito il riconoscimento e la valorizzazione del grande artista Giunta Pisano.

L’incisione di quest’ultima tavola, come di altre contenute nell’opera, fu opera del lucchese Ferdinando Fambrini, autore di un’altra splendida tavola, quella del Pulpito di San Giovanni, il cui disegno della struttura si deve a Saverio Salvioni, mentre la parte scultorea è opera di Simone Ravenet; lo stesso Alessandro Da Morrona disegnò e incise direttamente alcune tavole e al suo interesse da collezionista si devono altre due preziose tavole di quest’opera: egli infatti si decise a pubblicare qui le due incisioni poste sulle facciate di un’antica lastra di rame in suo possesso: l’affresco dell’Inferno nel Camposanto, da una parte, e San Girolamo penitente, dall’altra (Tongiorgi e Tosi, p. 325-326). Un ultimo accenno alle vedute di Pisa: è opera del Da Morrona per il disegno e di Fambrini per l’incisione, la Veduta dei quattro rinomati Edifizi della città di Pisa (1787), qui riprodotta in scala ridotta (Piazza del Duomo) insieme alle vedute dei Lungarni e di Ponte di mezzo.

La monumentale opera del Da Morrona si impose come modello della letteratura artistica locale e fu un riferimento sicuro per una tradizione di guide storiche pisane più agevoli nel formato e nei contenuti, segnando un punto di svolta in questo genere, che si sviluppò nel XVIII sec. con il diffondersi della pratica del viaggio ed essendo Pisa meta prediletta e tappa importante del Grand Tour italiano.

‘Pioniere’ delle guide di Pisa è considerato Pandolfo Titi con il suo Guida per il passeggiere dilettante di pittura, scultura e architettura nella città di Pisa, Lucca, 1751 (esemplare con note autografe dell’autore nel Fondo Bellini Pietri della Biblioteca di Storia delle arti), testo-guida tra le rarità pisane per un pubblico non erudito; dello stesso segno fu la guida di Gioacchino Cambiagi, Il Forestiere erudito…, Pisa, 1773. La Descrizione della città di Pisa per servir di guida al viaggiatore… Pisa, 1792, anonima, fu la prima guida che si rivolse non al “forestiero” ma proprio al “viaggiatore”, ispirandosi al Da Morrona, di cui erano già usciti i primi 2 volumi, tanto che per un certo tempo fu a lui erroneamente attribuita. Lo stesso Da Morrona compilò delle guide più snelle e fruibili, basandosi sulla sua opera magna, apportandovi però novità, così da incuriosire anche il lettore dell’opera precedente: Compendio di Pisa illustrata … con varie aggiunte per servir di guida al forestiero, Pisa, 1798; poi Pregi di Pisa… per l’utilità de’ culti cittadini e forestieri, Pisa, 1816 - quindi rivolgendosi non solo al viaggiatore, ma anche al pisano erudito che volesse conoscere meglio la propria città - e infine Pisa antica e moderna… volume solo per servir di guida, Pisa, 1821. Al lettore e allo studioso di oggi, le guide testimoniano la trasformazione della città di Pisa, e sono un importante strumento per ammirare il passato e le opere d’arte esistenti, gli eventuali spostamenti sopravvenuti o quello che purtroppo è andato perduto o distrutto.

Libro conservato presso: Polo 6 – Biblioteca di Storia delle arti, Collocazione Fondo Bellini Pietri - N.p. 41 B(1-3) e bis

Bibliografia

  • Ciardi R.P. (a cura di), Pisa: tre secoli di guide, catalogo della mostra, Pisa, Soprintendenza per i beni ambientali, architettonici, artistici e storici, 1977
  • Nastasi M., Salani A., Un metodo di studio per le guide storiche di Roma e Pisa: strumenti, prassi e implicazioni della ricerca, “Studi di Memofonte”, n.3, 2009
    http://www.memofonte.it/studi-di-memofonte/numero-3-2009/
  • Salani A., “Per dar pascolo a passeggiere dilettante”. Autori e pubblico delle guide storiche di Pisa, “Studi di Memofonte”, n.2, 2009
    http://www.memofonte.it/studi-di-memofonte/numero-2-2009/
  • Tongiorgi Tomasi L., Tosi A., Le “arti del disegno” a Pisa nel Settecento, in "Settecento pisano: pittura e scultura a Pisa nel secolo XVIII", a cura di R.P. Ciardi, Pisa, Cassa di Risparmio di Pisa, 1990, pag. 285-328
  • Tongiorgi Tomasi L., Tosi A. (a cura di), La Cattedrale dei viaggiatori, Pisa, Pacini, 2014
  • Tosi L., Pisa e il suo territorio tra cartografia e vedutismo dal XV al XIX secolo, 2 v., Pisa, PLUS, 2004
icona libro digitaleCopia digitale, Huthi Trust Digital Library, originali del Getty Research Institute, Los Angeles e New York Public Library

Scheda del libro nel catalogo di Ateneo (OneSearch)