Les souvenirs et les regrets du vieil amateur dramatique, ou Lettres d'un oncle à son neveu sur l'ancien Théâtre Français
Arnault Antoine-Vincent, Les souvenirs et les regrets du vieil amateur dramatique, ou Lettres d'un oncle à son neveu sur l'ancien Théâtre Français, Paris, Alphonse Leclère, 1861.
L’opera era diffusa tra gli appassionati di teatro: ricordando con rimpianto il teatro francese dal 1760 al 1786, l’anonimo autore (in realtà, Antoine-Vincent Arnault) invia al nipote una copia delle sue miniature, che raffigurano i più celebri attori della Comédie française dell’epoca, mentre recitano le scene più celebri del loro repertorio seguite da una loro breve biografia. Il pregio del volume sono proprio questi piccoli ritratti a colori, con il nome dell’attore in alto e sotto il nome del personaggio con le indicazioni dell’opera, a volte la battuta recitata in quel momento. Gli artisti sono Faesch e Whirsker. Mentre l’identità di Faesch è nota, nulla si sa del secondo: è possibile che sia uno pseudonimo anglicizzato di Faesch.
Disegnatori e incisori
- Johann Ludwig Faesch o Fäsch (1739-1778), nato a Basilea, fu noto come disegnatore di piccoli ritratti teatrali con Whirsker, di cui oggi si conservano due serie presso la Bibliothèque Nationale de France e presso la Bibliothèque-Musée de la Comédie-Française
- Whirsker vedi Faesch
L’opera, che fu pubblicata anonima, è di Antoine-Vincent Arnault (1766-1834), autore di numerose tragedie in versi su eroi della storia romana e sulla storia italiana, commedie, melodrammi, favole e poesie; tra i suoi scritti, anche opere di critica e filosofia. Arnault fu una figura autorevole nella cultura francese del tempo: ricevette incarichi politici da Napoleone Bonaparte, suo amico ed estimatore. Proscritto da Luigi XVIII, Arnault tornò a Parigi nel 1819 e, riammesso all'Académie Française, ne divenne “segretario perpetuo” nel 1833: fu direttore della Biographie nouvelle des contemporains e autore dell’opera di ricordi in 4 volumi Souvenirs d'un sexagénaire (1833).
Les souvenirs fu un testo molto diffuso tra gli appassionati di teatro. L’edizione precedente attestata è del 1829: come scrive l’editore nell’Avis dell’edizione del 1861 qui presentata, il libro traccia la gloriosa storia del Teatro francese dal 1760 al 1786, in forma di lettere dell’anonimo autore al nipote. Egli, ricordando con rimpianto quegli anni, gli invia i ritratti degli attori più famosi del tempo e una breve presentazione di ognuno: gli aneddoti, i commenti, i personaggi delle opere teatrali in cui hanno recitato. Il libro si apre con due figure simbolo del teatro francese di quel periodo, l’Autore e l’Attore: Voltaire (1694-1778), ritenuto all’epoca il più grande drammaturgo, e Lekain, nome d’arte di Henri-Louis Kain (1729-1788), considerato uno dei più grandi attori tragici del suo tempo. Il suo talento fu scoperto proprio da Voltaire ed egli recitò in molte delle sue tragedie riscuotendo grande successo nei personaggi di Orosmane, Maometto e altri. Nella tavola iniziale sono entrambi ritratti durante le prove dell’Atto II, scena 6 del Mahomet di Voltaire, in cui quest’ultimo recita la parte di Zopiro e Lekain quella di Maometto. Qualche tavola più avanti la stessa scena è invece recitata sul palco: Lekain in Maometto, col braccio teso e nelle vesti di scena, con l’altro attore Brizard nella parte di Zopiro. Nel volume, oltre a Lekain, si succedono altri ritratti e biografie di attori della Comédie-Française tra cui Bellecour, Mlle Dumesnil e la “rivale” Mlle Clairon, Molé, Mlle Raucourt, Brizard e Préville.
Ciò che rende quest’opera preziosa e particolare sono proprio le tavole a colori con i piccoli ritratti che raffigurano gli attori sul palco mentre recitano le scene più celebri del loro repertorio. La serie di incisioni riproduce i ritratti su velina di Faesh e Whirsker, molto noti all’epoca: infatti queste miniature cominciarono a diffondersi rapidamente fin dalla metà del sec. XVIII e ad essere richieste dagli appassionati di teatro e dagli attori stessi, tanto che agli inizi dell’Ottocento sono già “molto rare” come afferma nella sua presentazione l’editore dell’opera: oggi se ne conservano due serie presso la Bibliothèque Nationale de France e presso la Bibliothèque-Musée de la Comédie-Française (Aliverti 1986, p. 128) . Nell’edizione del 1829 le tavole erano 36; in questa del 1861 sono 49: alle 36 elencate nell’Indice finale ne furono aggiunte altre 13 fuori testo. Nell’opera queste serie di gouaches sono indifferentemente attribuite ai due artisti Faesch e Whirsker: l’editore dell’opera sul frontespizio le attribuisce ad entrambi, invece l’autore nomina solo il secondo: “Wirsker [sic], auteur de ces gouaches, y a reproduit avec l’exactitude la plus spirituelle la physionomie, le maintien, le caractère de ses originaux, dans les rôles où ils ont excellé, et dans le situations où ils excitaient le plus d’enthusiasme. Mes gravures en sont une fidèle copie” (p. 4). In realtà nulla si sa sull’identità, reale o fittizia, di Whirsker, invece è nota quella di Faesch: recenti studi avanzano l’ipotesi che Whirsker sia in realtà lo pseudonimo anglicizzato di Faesch, che era entrato in contatto anche con ambienti teatrali inglesi (si veda in proposito l’interessante studio di Aliverti 2011, p. 5-7)
Il nome di Johann Ludwig Faesch o Fäsch (1738-1778), nato a Basilea, già verso il 1770 compare insieme a Whirsker quale autore di “figurine” teatrali: alcune di esse erano già apparsi in una precedente rarissima edizione, Les Métamorphoses de Melpomene et de Thalie, ou Les caractères dramatiques des comédies française et italienne … par Whirsker, anteriore al 1770, poi editi con qualche differenza a Londra presso Robert Sayer nel 1772, forse ridisegnati da Faesch, e in parte riprodotti in Les souvenirs. Le figure vengono rappresentate “in scena”, con il nome dell’attore in alto, e in basso l’indicazione della parte interpretata e spesso della battuta detta nell’istante scelto per il ritratto, del titolo dell’opera, del numero dell’atto e della scena. La posa in cui vengono raffigurati è fedele all’interpretazione come, per esempio, nel caso di Mlle Clairon, una delle più grandi attrici del XVIII sec., in Electre [Tav. 13, tra pag. 46-47] o di Bellecour, grande interprete di commedie [Tav. 1 e Tav. 2-3].
Libro conservato presso: Polo 6 – Biblioteca di Storia delle arti, Collocazione Fondo Bellini Pietri R 139
Bibliografia
- Aliverti M. I., Il ritratto d’attore nel Settecento francese e inglese, Pisa ETS, 1986
- Aliverti M. I., Poesia fuggitiva sugli attori nell’età di Voltaire, Roma, Bulzoni, 1992 (Biblioteca teatrale. Memorie di teatro, 6)
- Aliverti M. I., The Miniatures of Jean Louis Faesch and Their Printed Versions. A Theatrical Paper Museum by Maria Ines Aliverti, Napoli, Acting Archives - Dipartimento di Studi letterari e linguistici dell’Europa - Napoli L'Orientale, 2011,
https://www.actingarchives.it/essays/contenuti/102-the-miniatures-of-jean-louis-faesch-and-their-printed-versions-a-theatrical-paper-museum.html
- Cioranescu A., Bibliographie de la littérature française du dix-huitième siècle, 3 v., Paris, CNRS, 1969
- Howarth W.D. (ed.), French theatre in the neo-classical era, 1550-1789, Cambridge, Cambridge University Press, 1997 (Theatre in Europe)
- Lyonnet H., Dictionnaire des comediens français (ceux d’hier), 2 v., Genève, Slatkine, 1969
Copia digitale, HathiTrust Digital library, originale dell’Università della California; Berkeley